“È difficile oggi capire cosa sia l’amore. Io non lo so ma continuo a cantarlo perché è l’unico modo in cui riesco ad avvicinarmici davvero”. Irene Grandi ha deciso di mostrare la sua parte più intima e meno conosciuta. In una lunga intervista al Corriere, la cantante ha raccontato delle fine del suo matrimonio con Lorenzo Doni, celebrato solo nel 2008.
Irene ha spiegato che, a meno che non si abbia la fortuna incredibile di trovare davvero l’anima gemella, oggi è sempre più difficile che una coppia duri a lungo. La pandemia, di sicuro, non ha aiutato:
“Ho visto spezzarsi legami fragili, nella vita privata come nel lavoro. Mi sono sposata nel tentativo di capire se mi sentivo cresciuta, forse per “calmare” certi lati di me che avevo sempre incanalato con passione nella musica. Ma nel matrimonio ho capito che in me persiste un sano egoismo da cui non posso staccarmi, la priorità è sempre il lavoro, e quindi non ha funzionato. È già finito”.
La musica, quindi, rimane il suo amore più importante. Tra poco sarà la protagonista dell’opera rock “The Witches Seed” di Stewart Copeland. Oggi vuole ritornare alle sue radici – i Police, Prince, Aretha Franklin– riscoprendo il suo gusto per il blues. Certo, ci sono maestri che non dimenticherà mai come Vasco Rossi e Pino Daniele.
“Pino è stato ‘il maestro’, molto presente anche a casa mia, piaceva molto ai miei genitori, ha incarnato la mia educazione al concetto di bellezza musicale. Lui mi ha scelta per un evergreen, “Se mi vuoi”, una canzone d’amore nobile, l’Amore con la A maiuscola, un duetto che mi ha portato il rispetto della gente, solo per il fatto che Pino mi avesse scelto a 25 anni. E Vasco perché mi ha saputo leggere dentro e nei decenni mi ha sempre sostenuto e capito. Prima di partire per un lungo viaggio che ha scritto per me resta una delle mie canzoni preferite di sempre, una riflessione matura ma su una musica rock”.
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