Cosa farò da grande? È la domanda che tutti ci siamo posti da bambini, ma all’epoca e nel corso della vita, anche dopo aver intrapreso una carriera, non tutti ci poniamo il problema di quanto sia logorante. Da vari studi e analisi è emerso che i lavori fisici sono tanto logoranti quanto quelli mentali, ma con una piccola differenza. I lavori che comportano un maggior stress mentale, per cui più complessi potrebbe garantire un invecchiamento migliore.
Se lo sforzo fisico in un lavoro è logorante, tanto da permettere a molti di accedere a pensioni anticipate, chi al contrario svolge una occupazione in cui è richiesto sforzo mentale c’è un vantaggio differente. Uno studio condotto dalla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) e dall’Università di Padova, pubblicato recentemente su European Journal of Neurology, ha evidenziato come avviene l’invecchiamento del cervello e come lo stesso reagisca a tale processo. A quanto pare andrebbe incontro a una sorta di “riserva cognitiva”. In altre parole il cervello invecchierebbe meglio per reazione.
I partecipanti dello studio sono stati valutati con una serie di test neuropsicologici e successivamente suddivisi in tre tipologie di profili sulla base dei risultati: soggetti a rischio di declino cognitivo, soggetti con declino lieve e soggetti con declino avanzato. I test sono stati condotti altre due volte a distanza di alcuni anni: successivamente i partecipanti sono stati classificati come “resistenti” o “in declino” a seconda che avessero mantenuto o peggiorato il loro profilo rispetto alla loro performance iniziale» spiegano dalla SISSA.
Ma quali sono i lavori da fare per invecchiare meglio, almeno secondo lo studio? Ecco una lista stilata secondo alcuni criteri ben precisi: farmacisti, infermieri e operatori sanitari, artisti, insegnanti, fotografi, responsabili di strutture alberghiere, commissari di polizia, neuropati, architetti e designer, medici, sviluppatori digitali.
Siete nella lista?
Fonte foto: Pexel