“Sono qui in veste di alleato. Cerco semplicemente di dare il mio sostegno il più possibile. Il vero lavoro lo stanno facendo tutte queste ragazze, è incredibile.”
Con queste parole Damiano David ha risposto alle domande dei giornalisti che chiedevano come mai fosse alla Camera dei Deputati nella giornata di ieri, martedì 3 maggio, accanto alla sua compagna Giorgia Soleri, modella e attivista che soffre di vulvodinia da molti anni e che sta portando avanti la sua battaglia per il riconoscimento della patologia nei Livelli essenziali di assistenza del Sistema sanitario nazionale.
Il frontman dei Måneskin ha proseguito dicendo: “Sono estremamente orgoglioso dell’opportunità di far parte di questo bellissimo progetto e sono molto felice che si sia arrivati ai luoghi più importanti. Non sono qui solo per Giorgia, ma per queste donne, come per tutte le persone che fanno parte del Comitato e che soffrono. Adesso, si può solo sperare per il meglio, spero che l’attenzione sia sulle cose giuste.”
Poco prima di presentare la legge alla Camera e al Senato, Giorgia Soleri e tutti gli attivisti hanno organizzato un flash mob a Montecitorio, espandendo uno striscione con scritto “1 su 7” per evidenziare quanto la malattia sia diffusa tra le donne.
Come ha spiegato la Soleri, la patologia “non permette di stare seduti a lungo, anche solo un’ora diventa un tempo insopportabile per chi ha i dolori. Ho iniziato a soffrire a 16 anni, la diagnosi è arrivata quando ne avevo 24. Ho passato otto anni della mia vita sentendomi dire che ero ipocondriaca, che tutto era nella mia testa.”
La proposta di legge presentata alla Camera chiede di individuare centri di riferimento pubblici regionali per trattare correttamente il dolore pelvico, l’esenzione dalla spesa pubblica per le cure sanitarie, l’istituzione di una commissione nazionale per emanare le linee guida per i Percorsi Diagnostici terapeutici Assistenziali.
“Quello che oggi mi auguro è che le prossime Giorgia adolescenti non debbano aspettare così tanto senza una terapia”, ha concluso Giorgia Soleri nel suo discorso.
Immagine di copertina: LaPresse